TRIBUTO DEL TENORE RICCARDO AMBROSI NEL 40° ANNIVERSARIO DALLA SCOMPARSA DI ELVIS (16 agosto 1977)
Il giorno 8 gennaio 1935, sotto il segno del capricorno, in una piccola abitazione a Tupelo, Mississipi, nasce la leggenda del rock: il suo nome è Elvis Aaron Presley. La sua infanzia è povera e difficile: a soli sei anni – narra la leggenda – Elvis – spasima per una bicicletta che purtroppo (o per fortuna) è molto cara, così la madre Gladys decide di regalargli per il suo compleanno una chitarra trovata in un negozio dell’usato del valore di 12 dollari e 95 centesimi. Questo gesto fa nascere in Elvis la passione per la sei corde e per la musica tanto da rimanere ore ed ore ad ascoltare i gospel e gli spiritual cantati nella chiesetta vicino casa.
È stato fonte di ispirazione per molti musicisti e interpreti di rock and roll, tanto da meritarsi l’appellativo de il Re del Rock and Roll o The King (“il Re”). La sua presenza scenica e la mimica con cui accompagnava le sue esibizioni hanno esercitato notevole influenza sulla cultura statunitense e mondiale.
La sua attività musicale nell’arco di oltre un ventennio è stata poliedrica e multiforme: la sua notevole produzione discografica, la sua intensa attività concertistica e i suoi molteplici interessi hanno spaziato dal rock and roll (di cui, complice il periodo storico nel quale intraprese la carriera, è solitamente considerato tra i principali artefici e l’idolo indiscusso) ai generi rhythm and blues, coutry and western, gospel, spiritual, traditional, melodico e pop.
In ventiquattro anni di carriera ha pubblicato 61 album, vendendo oltre un miliardo di dischi in tutto il mondo e conquistando il record di dischi venduti da un solo cantante.
Il giorno 16 agosto 1977 il mondo intero piange la morte di Elvis stroncato da un infarto nella sua casa di Memphis “Graceland” dopo essersi intrattenuto fino a tarda notte con la famiglia e il suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi dettagli del concerto che si sarebbe dovuto svolgere a Portland l’indomani e suonando al piano canzoni Gospel.
Di Elvis hanno detto:
“La prima volta che ascoltai Elvis mi fece sentire come se finalmente fossi riuscito ad evadere da una prigione, ma la cosa veramente curiosa è che in vita mia non ero mai stato messo in una prigione” Bob Dylan
“Con Elvis mi fu chiaro che si poteva usare il potere dell’immaginazione per trasformare se stessi, per trascendere le origini e le costrizioni dalle quali provenivi” Bruce Springsteen
“Io non ero solo un suo fan, ero suo fratello. Elvis è stato un gran lavoratore e il Signore lo amava. L’ultima volta che l’ho visto a Graceland, abbiamo cantato del gospel insieme. Gli voglio bene e spero di incontrarlo nell’aldilà” James Brown
“No, Elvis non è morto, è tornato a casa!” Men in Black
“Prima di Elvis il mondo era in bianco e nero. Poi è arrivato… ed ecco un grandioso technicolor” Keith Richards
“Qualche anno più tardi, quel bel giovanotto che chiamavano il Re, beh doveva aver cantato troppe canzoni, e gli venne un infarto o cose così. Deve essere difficile fare il Re” Forrest Gump